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L’identificazione del prodotto si ottiene associando un TRU con un identificatore univoco, consentendo così di differenziare le parti fisiche e di collegarle ai rispettivi dati. Questo è talvolta chiamato “Impronte digitali”. L’identificazione viene generalmente effettuata tramite etichettatura indiretta o marcatura diretta delle parti (DPM). Una sfida recente spesso affrontata durante la marcatura di un componente è lo spazio di marcatura limitato poiché molti prodotti tendono a ridursi di dimensioni (spesso inferiori a 3 mm), in particolare nel settore della microelettronica.
Quando si tratta di marcatura diretta del pezzo, un marchio permanente è un segno che rimane leggibile durante l’intero ciclo di vita del pezzo. Questi segni possono essere numerico, alfanumerico, a barre o codici 2D. Senza una tecnologia di marcatura affidabile, la qualità dei codici sarà incoerente e diminuirà nel tempo. I segni, infine, possono essere difficili da leggere se i loro elementi scuri e chiari sono scarsamente contrastati. Esistono regole standard per valutare la qualità dei codici 2D contrassegnati con una tecnologia di marcatura diretta dei pezzi.
Identificare il giusto marcatore per garantire il più elevato standard di tracciabilità è, pertanto, diventato un aspetto imprescindibile di ogni studio di processo a partire dall’analisi delle superfici di marcatura e delle profondità richieste, in funzione del settore, del materiale e/o dell’applicazione Ridix, da 50 anni rappresentante di tecnologie di alta gamma per la meccanica, propone soluzioni di marcatura laser, micropunti e rigatura. Funzionalità, produttività, brevetti internazionali ed ottima qualità di marcatura industriale sono le caratteristiche principali delle marcatrici Ridix.
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